Classifica capitali e-commerce 2020: Amazon al primo posto

Oggi più che mai, con l’evolversi e l’espandersi della pandemia da Coronavirus, che ha messo in ginocchio non solo l’Italia, ma anche il mondo intero, si registra una forte crescita dei capitali e-commerce internazionali.

Il comodo e intelligente circuito di vendite online si è intensificato in maniera vertiginosa, dedicando maggior spazio agli utenti e creando dei veri e propri negozi online dove è possibile acquistare qualsiasi prodotto si desideri, per un duplice motivo: da una parte tale strategia vuole far fronte alle ristrettezze sugli spostamenti da una zona all’altra, se non per comprovate esigenze legate a lavoro, scuola e assistenza medica, dall’altra trova carta bianca a causa dei licenziamenti nelle attività fisiche di moltissimi dipendenti italiani che, ancora oggi, vivono l’incubo della disoccupazione e lo sconforto di un futuro incerto.

ecommerce spesa online

Un ultimo, clamoroso, esempio è dato dalla spesa online abilitata da gran parte dei supermercati italiani e stranieri: attraverso apposite applicazioni, scaricabili dagli store ufficiali Apple e Android, da un anno a questa parte è possibile effettuare la propria spesa comodamente da casa pagando alla consegna o con carta di credito e ricevere tutta l’assistenza, vivendo un’esperienza molto simile a quella che si vive nei supermercati.

La chiusura, temporanea o definitiva, di molte attività commerciali, ha rappresentato quindi un trampolino di lancio per un sistema così complesso e, allo stesso tempo, flessibile per il consumatore che, giocoforza, ha modificato le proprie abitudini, puntando l’ago della bilancia delle preferenze proprio sugli acquisti online.

E se è ben noto che “da cosa nasce cosa”, in relazione all’intensificarsi delle vendite online, è anche cresciuta a dismisura la concorrenza tra le varie aziende capitaliste che, ogni giorno, propongono nuove offerte e inseriscono nuovi prodotti commerciali per coccolare il cliente, cercando in qualche modo di distrarlo dal frustrante pensiero di non poter svolgere regolari acquisti fisici come accadeva prima di questo periodo straziante.

È stato quindi inevitabile per la TradingPlatform stilare una classifica dei 25 e-commerce con la capitalizzazione di mercato più alta relativa all’anno 2020.

Il primato è detenuto, come ci si poteva immaginare, da Amazon: il colosso americano leader nelle vendite online, che gode di un valore azionario pari a 3.039,33 dollari, possiede una quota di mille miliardi in più rispetto Alibaba, multinazionale cinese privata che, nonostante la forte presenza di società attive nel settore del commercio elettronico, si colloca al secondo posto della classifica.

Una sfida quella tra la società di Jeff Bezos e di Jack Ma, vinta dal primo con mille miliardi di dollari di distacco. Nel primo caso, un ulteriore passo avanti è stato fatto grazie all’approdo in Italia di Amazon Fresh, servizio di consegna della spesa in giornata, sperimentato sul suolo americano, disponibile in esclusiva per gli utenti Prime. Un’ennesima dimostrazione dell’efficienza e dell’innovazione dei servizi che il colosso statunitense può offrire. Nel caso di Alibaba, un forte ostacolo alla crescita è stato rappresentato dalle rigide norme imposte dal governo cinese.

Chiude il podio Walmart, multinazionale americana appartenente all’omonima catena di negozi al dettaglio, di proprietà di Sam Walton. Si occupa della grande distribuzione organizzata e conta ben 11496 punti vendita, tra negozi e club, sparsi in 27 paesi: occupa il terzo posto con un valore capitale pari a un quarto rispetto a quello registrato da Amazon.

La classifica dei capitali e-commerce comprende le 25 multinazionali che, ad oggi, hanno un forte impatto sul mercato web.

Ecco di seguito l’elenco dei 25 capitali e-commerce relazionati al loro capitale.

Amazon – 1634,2 miliardi

Alibaba – 627,7 miliardi

Walmart – 407,8 miliardi

Home Depot – 286 miliardi

Nike – 222,1 miliardi

Pinduoduo.com – 217,9 miliardi

Costco Wholesale – 166,9 miliardi

JD.com – 138,1 miliardi

Lowe’s – 117,6 miliardi

Inditex – 92,5 miliardi

Fast Retailing – 90,2 miliardi

CVS Health – 89,4 miliardi

Target – 88,4 miliardi

Kering – 85,6 miliardi

TJX – 82 miliardi

Adidas – 68,1 miliardi

Dollar General – 51,5 miliardi

Ross Stores – 43,8 miliardi

Wesfarmers – 39,3 miliardi

Alimentation Couche-Tard – 36 miliardi

eBay – 34,6 miliardi

Walgreens Boots Alliance – 34,5 miliardi

Woolsworths Group – 34,2 miliardi

Magazine Luiza – 31,5 miliardi

Seven & I – 29,8 miliardi

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